giovedì, agosto 18, 2005

LA LUNA DI CARTA


Quann'era picciliddro, una volta sò patre, per babbiarlo, gli aviva contato che la luna 'n cielu era fatta di carta. E lui, che aviva sempre fiducia in quello che il padre gli diciva, ci aviva criduto. E ora, maturo, sperto, omo di ciriveddro e d'intuito, aviva nuovamente criduto come un picciliddro a dù fimmine, una morta e l'altra viva, che gli avevano contato che la luna era fatta di carta.

La tragedia, quann'è recitata davanti alle pirsone, assume pose e parla alto, ma quanno è profondamente vera parla a voce vascia e ha gesti umili. Già, l'umiltà della tragedia.

(Pensieri di Montalbano in "La luna di carta" di Andrea Camilleri 2005)

2 Comments:

At 19 agosto, 2005 21:54, Anonymous Anonimo said...

Ciao! Allora, a me Camilleri non piace...ma il tuo blog in compenso mi piace un sacco ;-) Queste tue impressioni sulle "piccole cose"...boh, trasmettono serenità :-) E poi le foto: belle!
Tornerò!
Salutoni, Sere

 
At 20 agosto, 2005 09:30, Blogger Rubens said...

Preferisco che ti piacciano il mio blog e le mie foto piuttosto che Camilleri! :-)
Grazie per la visita e per il commento, finalmente ho l'impressione di non scrivere solo per me.

 

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