RAGNATELE
"Fili di ragno invisibili imprigionano la mia vita, ma la mia mente, in fondo al tunnel, continua ad essere libera. Credo che sia ora di fare un po’ di pulizia."Scrissi queste righe e scattai la foto il 26 settembre 2003.
Sono dovuti passare tre anni, ma la pulizia è in fase conclusiva.
Lo spazio nuovo e sgombro fa quasi paura, e il mucchio di cose alle mie spalle non è da meno, ma devo solo muovere il primo passo ed i piedi proseguiranno da soli verso nuove strade.
Tra le cose che lascerò forse ci sarà questo blog: voglio viaggiare leggero.
Rubens
11 Comments:
Ma no, il blog lascialo. Magari qualche volta ti torna la voglia di scriverci qualcosa o di lasciare un'immagine.
Dài, il blog non lo chiudere...
Per ora senz'altro no, ma in futuro chissà.
Abbandonare in rete un blog non più aggiornato può avere due significati:
1) quello di lasciare un inutile "cadavere";
2) quello di lasciare una testimonianza, per quanto piccola, della propria vita e dei propri pensieri anche se limitatamente ad un certo periodo.
Sono indeciso ma, grazie al tuo intervento, ora ho anche una terza possibilità. ;-)
Ovunque il viaggiare ti porti, sappi che non sarai solo. Mai.
Ho appena acquistato un libro di B. Akunin intitolato “Le città senza tempo – Storie di cimiteri”.
L’ho visto per caso, in mezzo a centinaia di libri e subito ha attirato la mia attenzione.
Da sempre amo visitare questi luoghi ripudiati invece da molti che non sanno apprezzarne il fascino discreto.
Quando ero piccola vi andavo ogni giorno. Vi accompagnavo mia nonna, la quale, dopo aver salutato il suo amore perduto, mi portava a visitare le altre tombe antiche raccontandomene la storia. Quando sono triste, quando sono felice, mi capita spesso, tuttora, di sentire il bisogno di una passeggiata fra quelle pietre piene di memorie. E lì ritrovo me stessa.
Ora sono a casa, qui vicino a me il libro appena acquistato. Mi ha fatto pensare che, forse, non sono una mosca bianca e così ho deciso di cercare via internet qualche notizia riguardo al fascino dei cimiteri.
Eccomi qui, ho trovato questo sito, questo blog, questo pensiero…mi è piaciuto molto.
Ho letto anche altri tuoi pensieri…coincidenza…Verona…la mia città, la piccola Roma che adoro.
“O Verona, chi ti abbia veduta e subito non ti abbia amata di perdutissimo amore, costui, io credo, non sa amare nemmeno se stesso”. (Giovanni Cotta)
“Mondo non v’è al di là delle mura di Verona, ma solo Purgatorio”. (Shakespeare)
“Vorìa cantar Verona a una certa ora de note…”. (Berto Barbarani)
Spero che tu non chiuda il blog…per quanto pochi, per quanto poco partecipi, per quanto lontani e sconosciuti, io, come altri, siamo in qualche modo testimoni della tua esistenza, di ciò che qualcuno ha definito “piccolo attimo tra due eternità”.
I cimiteri... hai toccato un argomento a me caro. Ho sempre amato visitarli durante i miei viaggi per poi trascorrerci qualche ora con la massima serenità, ma forse sono anche fortunato da non avervi ancora nessuna delle persone a me più care. Ho un ricordo simile a quello tuo: il piccolo cimitero di Pescara e la visita in estate alla tomba di famiglia coi miei nonni prima e solo con mia nonna poi. Il rituale era compiuto con tranquillità, come la visita ad un parente vivo, ed il tempo intorno alla tomba trascorreva in fretta: si compravano i fiori freschi, si buttavano i vecchi, si lavavano i portafiori e si riempivano di acqua, a volte si dava una pulita, una breve preghiera (quasi sempre un semplice saluto mormorato a bassa voce) e via.
Per me bambino era quasi una gita in un bel giardino ed l'andare a trovare i bisnonni: "i bisnonni", non "i defunti", e lo stesso spirito è rimasto adesso. Vado a trovare i nonni.
Ma vado anche a ritrovare me stesso, a depositare su quel marmo un segno della mia vita, a lasciare un pensiero impigliato tra i cipressi. A volte fa bene.
Grazie di essere passata e di avermi lasciato il tuo commento.
Leggendo il vostro rituale...ho rivissuto il nostro...proprio identico! Siamo tafofili! Solo ieri sera ho scoperto che esiste questo termine per indicare colui che ama i cimiteri...
"Se volete comprendere e sentire Mosca, fate quattro passi per il vecchio cimitero Donskoe. A Parigi trascorrete mezza giornata al Père-Lachaise. A New York c'è un territorio in cui il tempo si è fermato, il Green-Wood a Brooklyn.
Se il giorno, il clima e la vostra condizione interiore risulteranno in armonia con l'ambiente, vi sentirete una particella di quello che è stato prima e di quello che sarà poi. E forse udirete una voce che vi sussurrerà: 'Nascita e morte non sono pareti, ma porte'." (B.A.)
Grazie a te...
Anche se il rischio di affondare è grande, vale comunque la pena di rischiare...Spesso, il fardello che trasportiamo è un carico prezioso, ma non ce ne rendiamo conto...
Sul mio blog ho inserito un'altra direzione per il Paradiso...
"Tafofili"... ho imparato una nuova parola! ;-)
Non so il cimitero di Mosca, ma ho visto quello ebraico di Praga: una vera emozione. Sulle lapidi c'erano dei sassolini, delle monetine o dei foglietti di carta con dei messaggi, piccoli segni d'affetto, gesti, preghiere. Scattai alcune foto in bianconero e mi hai fatto venire voglia di pubblicarne qualcuna.
Mi farebbe molto piacere vederle...
Più che volentieri! L'unico problema è che si tratta di foto in bianconero e devo ritrovare i negativi per farne le scansioni: da questo punto di vista i file digitali sono una gran comodità, ma li cercherò senz'altro perché mi è venuta una gran curiosità di rivedere quelle foto.
Ma, a parte quelle scattate nel cimitero di Praga, ne ho tante altre... purtroppo tutte scattate in pellicola!
Caro Blogger,
non trovando una mail alla quale risponderti,
e volendo proporti un servizio che
probabilmente Ti interesserà,
Ti chiedo di contattarmi a info@vascoblog.com
Ciao
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