lunedì, novembre 14, 2005

CONVENZIONI E ETA'

Stanotte riflettevo su come l'uomo abbia attribuito enorme importanza all'età (intendo proprio in senso numerico) e stabilito dei limiti o dei valori solo basandosi su questi numeri. Certo, è più facile stabilire che "la patente si prende a 18 anni" anziché "si prende quando si è abbastanza maturi e responsabili da non rischiare la vita propria e degli altri", ma il concetto si allarga alla maggior parte delle situazioni, persino ai rapporti tra le persone. Fate caso a come sia importante sottolineare, per esempio, "un gruppo di amici della stessa età" o "un gruppo di amici dalle età più disparate". Mi trovo a vivere spesso questa seconda realtà e noto come l'andare d'accordo tra persone di età diverse (anche molto) sia talvolta più facile che tra coetanei: contano il feeling, gli interessi comuni, la cultura, la sensibilità, la capacità di ragionamento e la voglia di stare insieme. Partecipo a gruppi di appassionati di fotografia, computer, libri e cinema, e l'ultima cosa alla quale si bada è l'età. Magari a tavola può sembrare strano vedere un ventenne ed uno che potrebbe essere suo padre affiatati come pochi (e come non fanno col proprio padre o col proprio figlio), ma l'intesa è questa: l'anagrafe non conta. L'età è una convenzione imposta dall'uomo.
Da giovane ho avuto sempre ragazze più grandi di me: mi trovavo bene con loro e loro con me. L'importante era questo, stare bene insieme, ma, se a 16 anni stavo con una ragazza di 21 e nessuno aveva nulla da criticare (anzi!), le cose diventano diverse in età più avanzate e nel caso ci si unisca in matrimonio o convivenza ("Eh, ma lei è tanto più vecchia di lui!"), e lo stesso vale, ovviamente, nel caso contrario. Non credo che gli animali si facciano tutte queste pippe per unirsi, non credo che si chiedano l'età e che vengano approvati o criticati dagli altri in base a dei "numeri giusti" (convenzioni!): si attraggono o si rifiutano, possono stare bene insieme o non starci. E non si chiedono per quanto tempo potranno stare insieme, se per la stagione degli accoppiamenti o per tutta la vita, e quanto durerà la vita dell'uno o dell'altro. La Morte stessa se ne frega dei numeri e delle convenzioni (quando mai rispetta l'età?), e dovremmo prendere esempio proprio da Lei per goderci di più la Vita.

Nota: quello nella foto è un "Acchiappasogni". Il mio. L'ho messo davanti alla finestra della camera da letto in modo che riceva l'ultimo raggio di sole direttamente dalla montagna abruzzese che D'Annunzio soprannominò "La Bella Addormentata"...

3 Comments:

At 14 novembre, 2005 19:02, Anonymous Anonimo said...

Se il mondo fosse pieno di quelli che la pensano come te, sarebbe troppo facile essere liberi e felici di amare chi amiamo e vivere con chi desideriamo farlo.
La vita risulterebbe troppo facile da vivere.
Che gusto ci sarebbe a non dover essere adocchiati dall'ottusello di turno e farlo farneticare per tutta la giornata? Che fine farebbero le sue critiche da bravo perbenista? Come farebbero a crollare le sue umili difese da topino-sempre-in-letargo-perche'-fuori-fa-freddo?

 
At 14 novembre, 2005 19:07, Anonymous Anonimo said...

In aggiunta dico che la quasi totalita' delle persone con cui mi trovo veramente bene non hanno la mia eta' e non hanno i miei anni (che non e' la stessa cosa), ma fortunatamente la pensano nel modo naturale.

 
At 14 novembre, 2005 19:17, Blogger Rubens said...

Spesso c'è una bella differenza tra "non avere la stessa età" e "non avere gli stessi anni": come dicevo, l'età (intesa come anni) è una convenzione, mentre si può avere qualsiasi età al di là dell'anagrafe e per questo stare bene insieme (vale per gli amici come per i rapporti di coppia). E' una questione di "testa" o, come si suol dire, di "spirito": sono solo parole per cercare di descrivere come la gente si sente, vive e si comporta.
Vivere... già, vivere.
Che Vita è quella dedicata ad essere come vorrebbero gli altri?

 

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