NOCI FRESCHE
Da pochi anni a questa parte ho scoperto che esistono le "noci fresche".
Per me le noci sono sempre state sinonimo di frutta secca e di festività natalizie: un bel giorno a tavola cominciavano a comparire noci, mandorle e datteri, segno inequivocabile che il Natale si stava avvicinando ed ogni noce frantumata in più era una frazione di tempo in meno per la chiusura della scuola, le feste ed i regali.
Gli schiaccianoci che non erano mai sufficienti per tutti e ce li passavano l'un l'altro mettendo in pratica diverse procedure di "lavorazione": c'era chi ne rompeva un bel po' e poi iniziava ad aprirle, chi ne rompeva una alla volta, chi si lamentava che quelle difficili a rompersi capitavano tutte a lui e le metteva nel piatto del vicino.
Le noci fresche hanno un sapore diverso da quelle secche e vanno sbucciate perché la pellicina è molto amara (anche se a me piace!). Questa lunga operazione ha come conseguenza che le dita si macchiano: un piccolo prezzo da pagare per godere della loro unicità per un periodo dell'anno così breve.
Molte cose belle durano poco e sono difficili da vivere o da gestire, ma è da stupidi rinunciarci.
MATITE E MOLESKINE
Ho rifatto la punta al mozzicone di matita che da anni scrive le mie note in un piccolo quaderno dalla copertina nera. Contrariamente alle apparenze, il mozzicone di matita è perfetto per scrivere e perfetto per accompagnare il quadernetto. Qualcuno, scherzando, mi ha detto "Buttalo che ti regalo io una matita nuova!", ma a me quel mozzicone piace: è esagerato dire che gli sono affezionato?
Poi vedo il riflesso del mio viso nella finestra e penso di essere un po' come quella matita, consumata per aver scritto tanto, ma in grado di scrivere quasi altrettanto e, soprattutto, con una gran voglia di farlo.
Un mio amico mette da parte le matite giunte a metà. Ne ha una scatola piena. Dice che prima o poi gli torneranno utili, ma intanto giacciono tutte lì, inutilizzate. Forse un giorno ne adopererà una, ma prima di quel giorno potrebbe accadere di tutto. Io continuo ad adoperare la mia matita: la consumerò sino alla fine per fermare i miei pensieri, per annotarli nel Moleskine in forma di parole o disegni che non seguono alcun nesso logico se non l'essere "miei".
Nella foto:
Lo sketchbook di Vincent Van Gogh (1888/1890)
conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam
LIBERTA' O CATENE?
Prendo spunto da una frase di Sartre per qualche considerazione:
"Hai rinunciato a tutto per essere libero.
Fa ancora un passo, rinuncia anche alla tua libertà.
E tutto ti sarà reso."
(J.P. Sartre, L'età della ragione)Ho inseguito la Libertà nello spazio e nel tempo pagandone felice il prezzo, ma disseminando il tragitto di cadaveri e trovandomi avvolto nel sudario della "Libertà a tutti i costi": libero, ma prigioniero della mia stessa libertà e con una valigia piena di rinunce, non conquiste.
Poi la scoperta sorprendentemente semplice, quella di "essere libero di rinunciare alla mia libertà", di non farne una bandiera o un feticcio.
Anche questa è Libertà, forse la più estrema, la più vera.
Se la mia mente è libera lo sono anche le mie azioni e di conseguenza la mia vita: libero di partire domenica da solo, un giorno prima rispetto al previsto, e di incontrare in una stazione intermedia una persona che, senza obblighi, ha voluto fare lo stesso.
Liberi di proseguire il viaggio insieme. Felici.
Liberi di sentire il nostri respiri fondersi nel buio della camera di un ostello.
Libertà amplificate, non ridotte.
(Grazie - sì, dico proprio a te! - per la frase di Sartre e per avermi reso tutto)
STELLE CADENTI
Se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella.
Se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo.
Se stai guardando il cielo è perché credi ancora in qualcosa.
(Bob Marley)Non ho visto stelle cadenti scrutando il cielo, ma Venere brillava forte.
Non è neanche una stella, ma cosa importa? L'importante è scrutare il cielo e continuare a credere.
CONVENZIONI E ETA'
Stanotte riflettevo su come l'uomo abbia attribuito enorme importanza all'età (intendo proprio in senso numerico) e stabilito dei limiti o dei valori solo basandosi su questi numeri. Certo, è più facile stabilire che "la patente si prende a 18 anni" anziché "si prende quando si è abbastanza maturi e responsabili da non rischiare la vita propria e degli altri", ma il concetto si allarga alla maggior parte delle situazioni, persino ai rapporti tra le persone. Fate caso a come sia importante sottolineare, per esempio, "un gruppo di amici della stessa età" o "un gruppo di amici dalle età più disparate". Mi trovo a vivere spesso questa seconda realtà e noto come l'andare d'accordo tra persone di età diverse (anche molto) sia talvolta più facile che tra coetanei: contano il feeling, gli interessi comuni, la cultura, la sensibilità, la capacità di ragionamento e la voglia di stare insieme. Partecipo a gruppi di appassionati di fotografia, computer, libri e cinema, e l'ultima cosa alla quale si bada è l'età. Magari a tavola può sembrare strano vedere un ventenne ed uno che potrebbe essere suo padre affiatati come pochi (e come non fanno col proprio padre o col proprio figlio), ma l'intesa è questa: l'anagrafe non conta. L'età è una convenzione imposta dall'uomo.
Da giovane ho avuto sempre ragazze più grandi di me: mi trovavo bene con loro e loro con me. L'importante era questo, stare bene insieme, ma, se a 16 anni stavo con una ragazza di 21 e nessuno aveva nulla da criticare (anzi!), le cose diventano diverse in età più avanzate e nel caso ci si unisca in matrimonio o convivenza ("Eh, ma lei è tanto più vecchia di lui!"), e lo stesso vale, ovviamente,
nel caso contrario. Non credo che gli animali si facciano tutte queste pippe per unirsi, non credo che si chiedano l'età e che vengano approvati o criticati dagli altri in base a dei "numeri giusti" (convenzioni!): si attraggono o si rifiutano, possono stare bene insieme o non starci. E non si chiedono per quanto tempo potranno stare insieme, se per la stagione degli accoppiamenti o per tutta la vita, e quanto durerà la vita dell'uno o dell'altro. La Morte stessa se ne frega dei numeri e delle convenzioni (quando mai rispetta l'età?), e dovremmo prendere esempio proprio da Lei per goderci di più la Vita.
Nota: quello nella foto è un "Acchiappasogni". Il mio. L'ho messo davanti alla finestra della camera da letto in modo che riceva l'ultimo raggio di sole direttamente dalla montagna abruzzese che D'Annunzio soprannominò "La Bella Addormentata"...
INGENUITA' E PREGIUDIZI...
...e Libertà. Sì, quella con la elle maiuscola, quella di cui si parla tanto a volte solo per riempirsi la bocca, schiavi delle convenzioni (anche il voler dimostrare di essere folli ed anticonvenzionali è una convenzione), delle abitudini e della propria Cultura.
Non i titoli di studio o i libri letti o ciò che si sa fare, ma il modo di valutare le cose, le persone, le parole, i gesti, gli atteggiamenti.
Tutto viene filtrato dalla propria Cultura e le interpretazioni vengono di conseguenza.
Sara ieri mi ha chiesto di restare a dormire da me davanti ad un mio conoscente - Franco - ben sapendo che l'unico posto letto disponibile è nel mio matrimoniale con me. Le ho risposto "Nessun problema!" e lei si è allontanata sorridendo e dicendo "Alla cena penso io, eh?". Segue l'immediata l'osservazione di Franco: "Stanotte vai alla grande!" con strizzatina d'occhio, gomitata e tanta invidia. Ho cercato di spiegargli che Sara è una mia amica e basta, che dorme con me - appunto - da amica e senza complicazioni, che avremmo senz'altro passato un'ottima serata ma ben diversa da quella che s'immaginava.
Già, ma ogni mia parola sembrava sortire l'effetto contrario.
"Si vede che Sara è una donna libera ed emancipata" dice "una che sa quello che vuole e se lo prende senza fare complimenti!".
Sì, Sara è una donna libera ed emancipata, libera di parlare spontaneamente anche davanti a chi non la comprende, libera di non imporsi atteggiamenti di signorina perbene, libera di chiedermi di dormire nel mio letto e così ingenua da credere che nessuno possa fraintenderla. Nessuno?
SONNO PROFONDO
Stanotte ho dormito molto profondamente.
Al contrario del solito mi sono addormentato senza difficoltà alle 23 e mi sono svegliato alle 6:45 senza nessuna interruzione: una sensazione di appagamento incredibile se non fosse per un feroce mal di testa dovuto alla cervicale che non accenna a passare da solo.
Ho fatto colazione per mettere qualcosa nello stomaco e poter prendere un Synflex, e mi sono rimesso a letto. Fuori piove ed è molto umido, chissà se è questa la causa del mal di testa. Ora sono le 8:40 e la città, grazie alla pioggia, è molto silenziosa. Ogni tanto passa un'auto col caratteristico rumore dei pneumatici sull'asfalto bagnato, poi splash (ci deve essere una bella pozzanghera qui vicino), poi di nuovo il solo rumore della pioggia.
VELE E VIAGGI
Si può viaggiare con tanti mezzi di trasporto diversi e, soprattutto, per motivi diversi. Ci sono viaggi che, al di là del mezzo di trasporto adoperato, hanno le vele.
Vele che si gonfiano di vita e spingono la nave in avanti con forza.
Vele che ogni tanto pendono inerti ed i marinai le guardano sgomenti mentre la nave resta immobile.
Ma la nave può essere minuscola e tenuta nel palmo di una mano.
Una nave di cristallo, fragile e bellissima, pronta a salpare sempre per nuove destinazioni: basta volerlo e non prendere come segni negativi i momenti in cui il vento smette di soffiare. Il vento siamo noi, noi siamo la nave e le vele, e se c'è un momento di bonaccia lo si deve utilizzare per riprendere fiato, guardare le stelle e calcolare una nuova rotta, organizzare un nuovo viaggio: basta poco per mandare in frantumi una piccola nave di cristallo, ma basta poco per non farla fermare mai.
BOLOGNA E BACI (PERUGINA)
Di ritorno da una settimana passata insieme a Bologna, stamattina verso le 8.00 sono uscito di casa per aprire lo studio. A Pescara fa freddo e pioviggina per cui ho indossato il giaccone che avevo messo una sola volta (sudando) a Bologna quando il tempo sembrava promettere pioggia a catinelle.
Ho messo la mano in tasca ed ho sentito un "corpo estraneo": un Bacio Perugina.
E' quello che avevi comprato di nascosto nella pasticceria dove facemmo colazione senza neanche domandare all'altro "Che ne diresti di fermarci qui?", entrambi attratti irresistibilmente dal profumo e dall'aspetto delle paste esposte in vetrina.
Un piccolo bacio in più: l'ultimo di Bologna o il primo del prossimo viaggio? ;-)